L’universo è infinito?-Prima parte

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Ammettiamolo. Ciascuno di noi, tentando di dare una qualche forma visiva all’universo, lo avrà associato almeno una volta a un’orizzonte, distese interminabili: insomma, avrà pensato a qualcosa che va oltre, sempre più oltre…

Ma l’universo è davvero infinito o sono le nostre menti a essere inadeguate ad abbracciare la conoscenza di un universo in realtà finito?

Non è una domanda di poco conto. È una di quelle che hanno per prime indotto l’uomo alla riflessione sull’infinito in generale. E, del resto, ci si posero simili domande anche per la terra, salvo poi scoprire ce essa è in effetti finita.

Solitamente, nell’antichità, nella più parte delle culture, si tendeva ad assegnare all’uomo un posto privilegiato all’interno del Cosmo: in questo modo, tutti i dubbi circa l’infinitudine del Cosmo venivano relegati lontano dalla Terra, così da non avere alcuna influenza su di essa, né dunque sui suoi abitanti. Quanto all’età dell’universo, e alla sua estensione nel tempo infinita o meno, per via della visione della “ciclicità” di tutte le cose, a causa della credenza nella “reincarnazione” si propendeva per credere che l’universo era sempre esistito e sempre sarebbe esistito.

Thomas Digges (1546-1595), oltre che ad essere sostenitore delle tesi copernicane, fu uno dei primi a proporre che l’universo potesse anche essere infinito. Forse anche Shakespeare, amico di Digges, serbò eco del dibattito scientifico del tempo nell’Amleto (a questo proposito, potete leggere un articolo molto interessante: “Hamlet and Infinite Universe“), facendo dichiarare al protagonista la sua visione di un universo infinito:

“Potrei vivere in un guscio di noce e credermi re d’uno spazio infinito”.

Secondo Digges, oltre l’ultima sfera, quella di Saturno, si trovava una vasta regione vuota, per giungere poi alla distesa infinita costellata di stelle.

Anche Giordano Bruno perorò la tesi per cui l’universo fosse infinito, e per tale ragione morì arso sul rogo per eresia. Anch’egli fu sostenitore dell’eliocentrismo copernicano, anche perché, ammettendo che l’universo fosse infinito, come avrebbe potuto esso avere un centro (oltre che dei margini)?

Perciò, non mancò di farsi beffe della teoria di Aristotele, il quale appunto credeva che l’universo fosse finito.

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Universo aristotelico

Insomma, la risposta definitiva in merito ai limiti spazio-temporali dell’universo non fu di fatto trovata. Nella seconda parte scopriremo se ai nostri giorni si sia giunti o meno ad una svolta decisiva…

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